Mentre da un lato il “Gruppo di esperti/Piattaforma multilaterale sulla protezione e il ripristino delle foreste del mondo”, con un focus sulla deforestazione, continua a discutere l’attuazione dell’EUDR da parte della Commissione Europea (CE) senza considerare alcun rinvio, dall’altro canto stanno aumentando le voci che spingono la CE a ritardare l’attuazione dell’EUDR e/o a modificare il Regolamento stesso. A richiedere a gran voce questo posticipo nell’attuazione della Direttiva non sono solo le industrie e le Federazioni Europee della lavorazione del legno, ma anche i vari Stati membri.
Per quanto riguarda questa implementazione:
- Le domande frequenti (FAQ) aggiornate sono ancora attese – possibile loro pubblicazione entro il mese corrente
- Le Linee Guida dovrebbero essere pubblicata tra fine maggio/inizio giugno
- Non sarà effettuato un secondo test formale del Sistema Informativo (IS)
- Il test pilota dell'API (Application Programming Interface) dell'IS avrà luogo durante l'estate. Tutte le funzionalità saranno disponibili per il test
- La formazione sull'IS ibrida sarà organizzata anche per gli Stati membri
- È iniziato il benchmarking dei Paesi (rischio basso/standard/alto). A tal proposito verrà attivato un dialogo tra la CE e i Paesi che potrebbero essere classificati come “ad alto rischio”.
QUI LA TABELLA "DDS INFORMATION SYSTEM - NEXT STEPS" A CURA DELLA COMMISSIONE EUROPEA
In merito alla richiesta di ritardare la messa in atto del Regolamento EUDR , anche a seguito della lettera congiunta di aprile, una risposta incoraggiante è stata ricevuta dal Commissario all'Agricoltura, Janus Wojciechowski. Sappiamo che il Commissario ha portato la questione alla Presidente Von der Leyen alla quale ha menzionato le lettere ricevute dai diversi stakeholder, tra cui operatori europei e partner commerciali come Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e Australia.
Tuttavia, poiché l’EUDR è già stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE (GUUE), qualsiasi rinvio richiederebbe una nuova procedura legislativa che coinvolga il Parlamento, la Commissione europea e il Consiglio. Anche le ONG ambientaliste esercitano una forte pressione a Bruxelles contro qualsiasi ritardo.