Il 24 aprile scorso si è svolto il voto sulla proposta di direttiva CS3D, durante la sessione Plenaria del Parlamento europeo. Il testo licenziato dal COREPER è stato approvato dagli eurodeputati con 374 voti a favore, 235 contrari e 19 astensioni. La direttiva dovrà ora essere formalmente approvata dal Consiglio, firmata e infine pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'UE. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione e gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel loro diritto nazionale.
La direttiva interessa le grandi aziende, ma potrebbe comportare richieste a cascata per le aziende più piccole, inserite nella catena di fornitura di una grande azienda. Infatti, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D) introduce l’obbligo per le imprese di considerare gli impatti negativi sui diritti umani e sull'ambiente derivanti dalle loro attività, da controllate e partner commerciali nelle catene del valore. Le imprese sono responsabili per le violazioni degli obblighi suddetti e devono adottare piani di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici per rendere il loro modello di business compatibile con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
La direttiva coinvolge direttamente:
• le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di euro a partire dal 2027;
• le imprese con oltre 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028;
• tutte le altre imprese che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro) a partire dal 2029.
Inoltre, si applicherà ad aziende con accordi di franchising o di licenza nell'UE con ricavi netti superiori a 80 milioni di euro, se almeno 22,5 provengono da royalties.
Gli Stati membri devono stabilire norme relative alle sanzioni, incluse sanzioni pecuniarie fino al 5% del fatturato mondiale netto dell'impresa/gruppo nell'esercizio finanziario precedente la decisione di ammenda. Se non rispettano le sanzioni, verrà resa pubblica una dichiarazione di non conformità.
Il testo approvato è disponibile in allegato.
Per qualsiasi informazione o chiarimento: ufficio.ambiente@federlegnoarredo.it