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    La combustione degli scarti di legno trattato

    L'ENERGIA TERMICA NELL'INDUSTRIA DEL MOBILE-ARREDO
    Negli ultimi dieci anni si è registrata una sostanziale contrazione dell'impiego di scarti di lavorazione di legno trattato da parte delle aziende del settore per coprire il proprio fabbisogno di energia termica.
    Molte aziende stanno infatti tornando all'impiego di combustibili fossili ed in particolare al gas metano, in palese contraddizione con gli incentivi concessi a seguito delle prime crisi energetiche negli anni settanta, e con le generali, recenti spinte normative verso la riduzione del consumo di combustibili fossili.
    Dal 1998, i rigidi limiti imposti dalla normativa sui rifiuti non pericolosi alla combustione degli scarti legnosi sono alla base della contrazione dell'utilizzo degli scarti di legno come combustibile nelle aziende del settore legno-arredo.

    Questo scenario, che trasforma una possibile risorsa energetica in un rifiuto di cui disfarsi e incrementa la domanda di combustibili fossili, con la conseguente perdita di competitività delle aziende mobiliere associate, hanno spinto Federlegno Arredo a promuovere e sostenere uno studio, condotto dall'Università di Trieste, per confrontare, nelle aziende del mobile, l'impatto globale della produzione di energia termica ottenuta utilizzando i propri rifiuti di legno trattato secondo le prescrizioni del DM 05-02-1998, e quella ottenuta con i combustibili fossili metano, gasolio e olio combustibile BTZ.
    Si ritiene che il risultato del lavoro metta in luce delle opportunità per le politiche ambientali ed energetiche e possa fornire un valido contributo a riconsiderare e facilitare l'autoconsumo di questi particolari rifiuti da parte delle aziende del settore del mobile in adeguati impianti termici.

    Documentazione