Terzo appuntamento del China Training Program 2015 che continua la full immersion nei principi base della cultura cinese. Linguaggi di comunicazione, social media marketing, cultura della casa e feng shui i temi delle giornate formative del 5 e 6 maggio.
È proseguito il percorso formativo del prof. Francesco Boggio Ferraris, direttore della Scuola di Formazione permanente della Fondazione Italia Cina, che ha via via analizzato le specificità culturali cinesi in contrapposizione con i modelli occidentali. Sono state così individuate numerosissime variabili interculturali specifiche dell’asia confuciana differenti da quelle occidentali e che influenzano il modo di comunicare dei cinesi, anche attraverso i social. In particolare è stata fatta una mappatura delle principali piattaforme social, da Baidu a WeChat e così via, che costituiscono un mondo “social” sostanzialmente diverso da quello occidentale, dove i cinesi con il loro retaggio culturale si trovano più a loro agio. E parliamo di milioni di utilizzatori. Una realtà da non sottovalutare quando si fa business in Cina, che è il primo paese al mondo in termini di fatturato tramite e-commerce con il 63,8% delle transazioni totali eseguite online, superando l’India al secondo posto dove solo il 31,5% delle transazioni avviene online.
Differenze culturali che si trasformano in modi di comunicare diversi. Barbara Pietrasanta, artista e docente presso lo IED e presso la scuola di alta formazione ZhongGuan Vocational School di Shanghai, ha evidenziato infatti le differenze tra il modello di comunicazione occidentale e quello cinese di tradizione confuciana. In particolare si è soffermata sul significato e l’uso dei colori in Cina, passando poi alla simbologia del cerchio e del quadrato, all'armonia Yin/Yang della tradizione taoista e, riferito più ai giorni nostri, alla contrapposizione fra tradizione e contemporaneità che influenza sempre più l’interior design e l’architettura. Una tradizione, quella del feng shui, che come ha testimoniato un esperto in materia (Maurizio Paolillo, docente presso l’Università del Salento) ha ancora forti influenze nella costruzione e nell'arredo delle case dei cinesi.
La tradizione, pur unita alla contemporaneità, si trova ovunque, dalla grande metropoli al piccolo villaggio. Come ha brillantemente evidenziato Giuseppina Merchionne, docente di lingua e cultura cinese presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la tradizione di stampo confuciano e taoista è parte integrante della cultura cinese. Ad esempio il culto degli antenati, base ideologica della famiglia, ha importanti influenze sia nell’architettura sia nella vita dei cinesi, nel loro attaccamento al loro Paese e al loro senso di appartenenza al “popolo Han”. Ecco che il gusto per il design si unisce alla riscoperta dell'arredamento di epoca imperiale, rivisitato secondo il gusto moderno.
Durante le due giornate formative anche due interventi, due case study, di studi di architettura che sviluppano progetti in Cina. Il primo giorno l'architetto Marco Piva ha presentato i principali progetti in progress sul territorio cinese, raccontando nel contempo la propria esperienza, le criticità e le opportunità offerte da questo mercato, oltre alle proprie impressioni sulla percezione del prodotto italiano di qualità. Durante il secondo giorno, l'architetto Cai Qin-Wen dello Studio Link-Arck di New York creato dall'architetto cinese Lu Yi-Chen, che ha presentato il progetto del padiglione Cina a Expo Milano mettendone il luce gli aspetti rappresentativi della cultura cinese.
Questi ed altri temi verranno ulteriormente approfonditi nelle prossime sessioni formative.
Per informazioni sul China Training Program 2015: formazione@federlegnoarredo.it