Dopo la crisi economica globale del 2020, il 2021 ha rappresentato per le imprese del legno-arredo un anno importante nel recupero del gap causato dalla pandemia: i dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo rilevano infatti una vera e propria ripresa, che ha coinvolto in misura diversa i vari comparti che compongono la filiera legno-arredo.
Un andamento particolarmente positivo per il Macro sistema arredamento e illuminazione, che chiude il 2021 con un +11% rispetto al 2019, per un valore complessivo di fatturato pari a oltre 26 miliardi di euro (erano 23,5 nel 2019) e un saldo commerciale attivo pari a 9,3 miliardi di euro in crescita del +19,7% sul 2020 e del +9,3% sul 2019.
"Le nostre imprese, che nel 2021 sembravano essersi lasciate alle spalle il periodo peggiore della pandemia, ora guardano al futuro con grande incertezza e preoccupazione per un conflitto che, oltre a essere un dramma umano, rischia anche di bloccare completamente la fase di recupero dell’economia italiana e di portare con sé scenari da recessione. È sufficiente - spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - ascoltare il grido d’allarme di ogni imprenditore per capire quanto la situazione sia grave e che produrre sta diventando un lusso che sempre meno aziende possono permettersi. Intere catene produttive si fermano per i costi dell’energia ormai insostenibili e anche nella nostra filiera c’è chi ha già spento per un periodo i motori. Mi riferisco alle prime lavorazioni del legno su cui l’incidenza dei costi energetici è davvero pesante e questo ha già avuto ricadute sui listini dei prodotti finali e ben presto inciderà anche sulla disponibilità di materie prime.
Come Federazione ci siamo attivati sia attraverso un confronto con gli associati, sia con le istituzioni, affinché le aziende maggiormente colpite possano avere il supporto e le informazioni necessarie per affrontare questo difficile momento. Il 2021 si è chiuso in maniera sorprendentemente positiva per l’arredo e per i sistemi legati alla casa in particolare, ma il livello di incertezza geopolitica e lo stop and go sui bonus edilizi stanno creando confusione e rallentamenti di cui purtroppo registriamo già i primi segnali. Nonostante ciò, le nostre imprese sono pronte a mostrarsi al mondo al Salone di giugno, un segnale che ci infonde coraggio e fiducia e che testimonia come il nostro sia un settore dalle fondamenta sane. Le fiere in presenza rappresentano un fattore chiave per un’auspicata normalizzazione delle esportazioni e degli scambi commerciali che oggi devono fare i conti con un quadro internazionale improvvisamente cambiato. Le nostre aziende hanno già dimostrato durante il covid di essere flessibili e resilienti: adesso sono di nuovo chiamate a dimostrarlo, attuando in tempi stretti un cambio di rotta, verso nuovi mercati che possano rimpiazzare quello russo e quelli di sua diretta influenza.
Non sarà un’operazione facile, dato che il posizionamento sui mercati non risponde mai a un approccio mordi e fuggi e la Federazione – sottolinea Feltrin - è già operativa in tal senso facendosi portavoce nelle sedi competenti delle aziende i cui fatturati sono del tutto o in gran parte compromessi a causa della guerra e che avranno bisogno di essere accompagnate nella fase di diversificazione dei mercati. Il Salone del Mobile di giugno sarà, a maggior ragione, un’opportunità per i nostri imprenditori che sono certo sapranno sfruttare tutte le potenzialità della fiera del design più importante al mondo. Fare sistema fra gli attori in campo - conclude Feltrin - sarà fondamentale per difendere il valore economico e anche simbolico che il nostro settore rappresenta per il Made in Italy nel mondo".