Un progetto che vuole annullare in un sol colpo anni di sforzi tesi al rafforzamento e allo sviluppo della pioppicoltura in Italia. Revoca di concessioni in atto ed esproprio di aree a pioppeto in proprietà o in gestione per più di 7.000 ettari lungo il fiume Po: questo è ciò che prevede la seconda parte del progetto “Rinaturazione dell'area del Po”, finanziato per 357.00 milioni dalla Missione 2 del PNRR e ormai prossimo alla fase iniziale.
Come Federazione ci siamo immediatamente attivati, insieme ad altri soggetti interessati e attraverso tutte le modalità e i canali più adeguati, affinché si attui una riformulazione del progetto in modo strutturale, gli espropri vengano fermati e il pioppo possa finalmente essere considerato una risorsa preziosa e sostenibile. In queste ultime due settimane abbiamo avviato molteplici interlocuzioni a livello ministeriale e sono state inviate, da parte del Presidente Feltrin, comunicazioni ai soggetti istituzionali competenti sia a livello nazionale sia regionale. Ad esse è seguita la convocazione di una serie di riunioni in cui si è evidenziata l’incredibile mancanza di visione di un progetto che impatta così gravemente sulla nostra industria e che è in palese contrasto con altre azioni e misure introdotte dalle istituzioni per la diffusione della pioppicoltura.
Giovedì 14 c.m. abbiamo partecipato alla Conferenza dei servizi, convocata allo scopo di affrontare tali problematiche, dove abbiamo rimarcato tutte le criticità del progetto e depositato la nota seguente. Spetta ora al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica individuare una soluzione condivisa che soddisfi, oltre alle esigenze ambientali, anche quelle socioeconomiche.
La filiera pioppicola italiana ha una fondamentale importanza economica, produttiva ed ambientale che deve essere rinforzata così da ridurre le importazioni e creare una filiera corta più sostenibile e vantaggiosa per l’industria italiana. Per raggiungere il livello minimo di autosufficienza industriale sarebbe necessario raddoppiare la superficie attuale di pioppeti e promuovere investimenti in questo senso. FLA è attiva da sempre nel cercare di colmare questo gap, da ultimo attraverso il rinnovo dell’”Intesa Interregionale per lo sviluppo della filiera del pioppo” siglato nel 2014 e di cui si è avviato l’iter nello scorso mese di luglio.
Il progetto di rinaturazione, invece, impatterebbe sul totale della pioppicoltura della pianura Padana con un range che varia da un massimo del 17% ad un minimo del 12% dei pioppeti.
Non possiamo permetterci di perdere una percentuale così alta di ettari di pioppeti, proprio nel momento in cui il governo dichiara l’intenzione di creare una filiera italiana 100% nazionale del legno-arredo.
Seguiranno aggiornamenti. Maggiori informazioni nella nota allegata.