Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il decreto che fissa i nuovi massimali unitari per le asseverazioni di congruità dei prezzi, relative ai lavori di efficientamento energetico degli edifici.
Si tratta, nel dettaglio, di 40 voci (tra gli altri, ci sono il cappotto termico, le caldaie, gli infissi, le schermature solari) che saranno applicabili sia al superbonus 110% che, in caso di cessione del credito e sconto in fattura, ai bonus come l'ecobonus e il bonus ristrutturazioni al 50%. La novità più rilevante è che, all'ultimo miglio, è saltato l'elemento più contestato del provvedimento, sui cui FederlegnoArredo aveva espresso grande preoccupazione, ovvero il fatto che i massimali comprendessero anche i costi di posa in opera e dell’Iva. Fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo il tavolo di lavoro istituito dal sottosegretario Vannia Gava che ci ha consentito di condividere le preoccupazioni della filiera e del mondo produttivo che rappresentiamo. Un dialogo costruttivo che ci auguriamo possa essere sempre più un modello per affrontare le tante sfide che istituzioni e imprese si troveranno ad affrontare.
"La decisione di escludere dai massimali previsti dal Decreto Prezzi l’Iva, la posa e gli oneri, e al contempo di aumentarli almeno del 20%, come più volte da noi richiesto, è la conferma che il nostro obiettivo era condivisibile e corretto consentire che la spinta propulsiva dell’edilizia non si fermasse e, al tempo stesso, che imprenditori e cittadini onesti fossero difesi dal dilagare delle frodi" spiega il presidente Claudio Feltrin.
"Diamo atto al Governo e al ministro Cingolani di aver ascoltato le nostre ragioni. Come FederlegnoArredo abbiamo fin da subito evidenziato nelle opportune sedi e tramite la stampa che i massimali non potevano essere omnicomprensivi di Iva, oneri professionali e costi di posa in opera, che cambiano in funzione di tantissime variabili e che avrebbero, di fatto, portato le aziende a lavorare in perdita. Salutiamo con grande favore anche la decisione del Governo di aumentare gli stessi massimali del 20% in conseguenza dei costi delle materie prime e dell’energia ormai trasformati in vere e proprie tasse per le aziende. Non tenerne conto - ribadisce Feltrin - avrebbe significato decretare una brusca frenata al nostro tessuto produttivo e di conseguenza al Pil del Paese".