Negli ultimi anni Assufficio ha dedicato diversi incontri al tema della sostenibilità nel workplac finalizzati ad aumentare la sensibilizzazione delle aziende associate su questa tematica.
A seguito dei recenti decreti ministeriali e di nuove certificazioni internazionali risulta inoltre evidente che gli arredi per ufficio assumono oggi un ruolo sempre più importante anche nella valutazione e certificazione dell’intero building.
Per affrontare il tema delle certificazioni a 360 gradi, ascoltando anche il punto di vista dei developer del settore immobiliare e dei progettisti di interni, il seminario “Certificare la salute e il benessere nel workplace: nuove frontiere della sostenibilità” è stato organizzato lo scorso 21 maggio da Assufficio in collaborazione con Coima e WOW! Webmagazine presso la sede di Coima, green building per eccellenza, progettato da Mario Cucinella e certificato LEED Platinum e “cradle-to-cradle”.
La panoramica, con interventi di qualificati relatori, è spaziata dal building e dal valore della sostenibilità per gli investitori, all’approccio green del progettista di interni, dalla certificazione WELL che certifica l’edificio in base al benessere che può generare nelle persone, al recentissimo SPOT, il data base green che offre gratuitamente informazioni su oltre 40.000 prodotti sostenibili; uno strumento indispensabile per gli interior design che vogliano contribuire alla certificazione del building, ma anche per i produttori di arredi che in questa piattaforma possono trovare materiali e finiture che permettano un percorso green dell’industria design, finalizzato alla certificazione dell’arredo già in fase di progettazione.
Dopo aver fatto gli onori di casa, Alida Catella, CEO di COIMA Image ha spiegato perché, in qualità di interior designer della sede Coima, ha scelto di orientarsi verso la certificazione cradle to cradle.
Credo che guardare agli interni in un’ottica sostenibile sia una responsabilità che i progettisti devono avere. Trovo inutile certificare LEED Platinum l’involucro se anche gli interni non rispondono a questa visione.
Per questo motivo abbiamo svolto un’attenta ricerca che ci ha portato a trovare nella certificazione “cradle to cradle” quello che cercavamo. L’esigenza di coerenza ci ha portato a introdurre il tema dell’economia circolare anche negli interni.
Il 15% dei prodotti selezionati per i nostri uffici (sedie per ufficio, moquette, tende interne, piastrelle servizi e vetri esterni) non generano rifiuti e , ispirandosi alla vita animale e vegetale, alla fine del loro utilizzo, tornano a generare vita, dalla culla alla culla -appunto- anziché dalla culla alla tomba.
Una percentuale che può sembrare bassa, ma che invece è significativa, considerando anche la difficoltà di reperire prodotti di finiture e di arredo che rispettino questi criteri.
Il progettista di interni è responsabile della scelta dei prodotti e ha sempre più il dovere di indirizzare il committente che, non è educato né è un addetto ai lavori e non può conoscere quindi tutti i prodotti sul mercato eco-sostenibili anche dopo la fine del ciclo di vita del prodotto.
La persona più indicata per spiegare i motivi dell’interesse di investitori e developer per l’eco-sostenibilità è Stefano Corbella, Sustainability Officer di COIMA (RE investment e RE management) gruppo che ha strutturato il proprio programma di CSR in accordo con criteri Environmental, Social and Governance.
Oggi la sostenibilità è un aspetto fondamentale a livello mondiale nella valorizzazione e valutazione dei rischi del proprio investimento: fondi pensione , institutional investors e private banking non possono non considerare la sostenibilità come strategia nel proprio investimento.
E’ provato che il climate change rappresenta un rischio che di conseguenza gli investitori devono saper gestire. In particolare gli investitori con profilo di investimento a basso rischio devono poter misurare e valutare la sostenibilità nel proprio investimento.
Questo si ripercuote sulla sostenibilità del building con l’uso di certificazioni quali LEED, BREEAM, WELL, cradle to cradle che non solo valorizzano l’investimento ma anche ne mitigano il rischio.
Negli ultimi anno si sono viste iniziative a livello globale come EPRA e GRESB,che non solo si concentrano su prodotto-edificio, ma anche sul processo con cui viene gestita la creazione dell’immobile quindi valutando anche gli aspetti sociali e di governance dei veicoli che sviluppano immobili o che gestiscono l’investimento.
Storicamente la certificazione è stata focalizzata sull’aspetto ambientale, che resta di fondamentale importanza, ma di recente la sensibilità degli investitori si è ampliata ai veicoli che gestiscono l’investimento per ampliare il raggio di azione della valutazione e per essere sicuri che si investa tramite strumenti che siano conformi la environmental social governance.
Elisa Sirombo, Sustainability specialist, Research Assistant al Dipartimento di Energia, FULL (Future Urban Legacy Lab) Politecnico di Torino ha introdotto il sistema di rating WELL.
Un protocollo recente, presentato anche in Italia alla fine del 2017, che valuta tutti gli aspetti dell’edificio che possono favorire condizioni di salute e benessere per le persone che vivono in questi spazi.
WELL Building StandardTM è un sistema di rating sviluppato da DELOS e gestito da IWBI (International Well Building Institute).
E’ strutturato in sette aree tematiche che trattano aspetti diversi degli ambienti interni e introducono strategie di progetto, costruzione e gestione che incidono sul benessere fisico, psicologico e psico fisico delle persone. Ciascuna delle sette aree mostra lo stretto legame tra l’ambiente costruito, i sistemi del corpo umano e gli effetti del primo sul secondo.
Allarga la valutazione del benessere andando oltre gli aspetti di qualità degli ambienti interni considerati fino ad ora dalle green certificazioni.
In pratica, fornisce un percorso per integrare e misurare i temi della salute umana e del benessere nella progettazione, costruzione e gestione di edifici, considerando l’ambiente costruito come un “mezzo” per garantire condizioni di salute e benessere per gli occupanti.
Questo si traduce nel progetto architettonico perchè sono presenti una serie di requisiti innovativi che riguardano i materiali da scegliere e i requisiti di salubrità degli arredi e finiture di interni.
LEED e WELL sono due sistemi di certificazione complementari che possono lavorare insieme per ottimizzare le prestazioni dell’edificio in relazione alla salute umana e all’ambiente.
Di fronte alla difficoltà oggettive da parte del progettista di reperire sul mercato prodotti certificati per l’interior design, una risposta arriva da Elena Veneziani, UL Environment Business Development Manager che ha illustrato SPOT, il più grande data base gratuito credibile, completo e collaborativo di prodotti sostenibili certificati green fino ad ora disponibile.
SPOT è stato sviluppato da UL, un’organizzazione leader nella scienza della sicurezza che promuove lo sviluppo di standard di sostenibilitàà riconosciuti a livello globale da oltre 120 anni. SPOT è una piattaforma che raccoglie oltre 50.000 prodotti sostenibili, costantemente aggiornata, rivolta soprattutto a facilitare l’attività di architetti, designer, centrali di acquisto e specificatori, per identificare prodotti con certificazioni ecologiche in corso di validità.
E’ nata per facilitare il lavoro degli architetti e garantire un grande risparmio di tempo nell’identificazione di prodotti che contribuiranno a raggiungere le certificazioni ambientali di edificio (LEED, BREEAM ecc).
Un’ulteriore facilitazione per i progettisti è costituita dai plugin su software di Beam Modeling come Revit disponibile su app store di Autodesk che permette da Revit di raccogliere le informazioni di sostenibilità presenti su SPOT.
Poiché il data base include anche materiali e finiture, si rivela uno strumento adatto anche per gli industrial design e per le aziende produttrici che vogliano progettare e mettere sul mercato un prodotto nuovo che risponda a tutti i requisiti delle certificazioni ambientali.
Sul tema dei prodotti per il workplace, Gianfranco Marinelli, Presidente di Assufficio, espone le criticità dei nuovi CAM resi obbligatori da aprile 2017 per gli acquisti della Pubblica Amministrazione.
Il Decreto ha introdotto novitàà circa i criteri valutazione delle aziende che rappresentano un’opportunità per rendere maggiormente qualificati e qualificanti le forniture degli arredi e nel premiare la qualitàà e la sostenibilità.
Purtroppo i Criteri Minimi Ambientali sono però stati emessi da burocrati senza avere prima consultato gli operatori del settore, creando quindi oggettive difficoltà alle aziende, per la complessità dei test richiesti e per le verifiche praticamente impossibili da effettuare in mancanza di società specifiche certificate che possano testare il prodotto.
Dopo le problematiche emerse, evidenziate da una gara CONSIP andata deserta, si è aperto però un costruttivo dialogo con il Ministero dell’Ambiente e con la Centrale di Acquisti CONSIP, per adattare gli aspetti più spigolosi e insormontabili alla praticità che occorre. Il dr Sergio Saporetti del Ministero dell’Ambiente ha anche incontrato i soci Assufficio nella sede milanese in un’ottica di reciproco ascolto e dialogo.
La Commissione Tecnica di Assufficio da un anno sta discutendo in modo valido perché si arrivino a configurare criteri che possano coniugare le esigenze legittime della sostenibilità con le esigenze della produzione.
E’ risultato infatti evidente che i CAM hanno in qualche caso introdotto criteri che non è possibile rispettare, come ha illustrato Marco Fossi, responsabile Ufficio Ambiente Normativa e Sicurezza della Commissione Tecnica FederlegnoArredo/ Assufficio.
I CAM includono due sezioni (Acquisto di nuovi arredi per interni a ridotto impatto ambientale e Servizio di noleggio a ridotto impatto ambientale di arredi per interni).
In estrema sintesi i CAM impongono diversi fattori: dalle Sostanze pericolose alle Emissioni di formaldeide, dai requisiti del prodotto finito al disassemblaggio; dai materiali di imbottitura e rivestimento all’uso di plastiche riciclate e, proprio su questo argomento, per fare un esempio sono emerse palesi criticità in quanto la percentuale di plastica riciclata obbligatoria per le sedute (50%), non è compatibile con la robustezza e la resistenza imposte da altre norme vigenti.
I CAM prevedono anche dei “Criteri Premianti” che riguardano le Emissioni di COV dai prodotti, la Modularitàà, il servizio di Raccolta e riuso arredi esistenti ante gara, l’estensione della Garanzia oltre i 5 anni obbligatori.
La filiera frammentata del settore arredo rende difficile l’adeguamento, reso complesso anche dalla mancanza di indicazioni univoche sulla documentazione da presentare; su questi aspetti sta lavorando la Commissione Tecnica oltre che sul tema plastica riciclata e l’obbligo di ritiro e riciclo dell’usato.
Imposizione, quest’ultima, praticamente impossibile da rispettare per i produttori di arredo in particolare quando si opera fuori dalle grandi città dove non esistono magazzini e servizi di logistica, come ha evidenziato il presidente Marinelli che ha concluso l’incontro, proseguito poi in modo informale nella bella terrazza all’ultimo piano della Sede Coima, con vista su tutta l’area di Milano Porta Nuova e sulla Biblioteca degli Alberi.